Novità editoriali – novembre 2024

Questo albo del grande Iosif Brodskij, il cui testo in versi è stato pubblicato per la prima volta nel 1962, è un vero gioiello. Vi si coglie il senso della vita, ma non ritengo importante cercarvi altri particolari significati, anche se, secondo alcuni, lo si può leggere come una parabola della reclusione, dell’impossibilità di andarsene (benché al tempo della composizione della Ballata, Brodskij aveva poco più di vent’anni e non poteva ancora sapere che la sua vita sarebbe stata quella di un esule), o come un’allegoria della vocazione del poeta.

La ballata del piccolo rimorchiatore è un albo di grande qualità, che sa parlare a ragazzi della scuola elementare come pure agli adulti.

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Alla ricerca del nostro posto nel tempo e nello spazio. Una visione cosmica sui conflitti.

Così recita il lungo sottotitolo di questo albo molto particolare, quasi un invito a continuare il discorso che Olivier Jeffers aveva iniziato in Noi siamo qui. Dritte per vivere sul pianeta terra, uscito nel 2019, per bambini più piccoli, e che in un certo senso continua anche in Punto e a capo. Come siamo arrivati qui e dove potremmo andare. La nostra storia fino ad ora, da pochi giorni in libreria.

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In Punto e a capo Jeffers traccia invece una storia della nostra esistenza sulla terra con un’attenzione particolare ai cambiamenti in corso. Un libro interessante per chi si fa delle domande e vuole esplorare il mondo e le sue evoluzioni. Come siamo arrivati fin qui? Dove potremmo andare? Secondo Jeffers “occorre al più presto fare il punto della situazione e cambiare rotta in un mondo in continua evoluzione.” Con la sua arte audace e iconica, egli segue il percorso umano dall’alba della nostra specie attraverso la storia, condividendo con il lettore commenti profondi, a volte toccanti, sul nostro presente, e poi lancia una sfida: dove andiamo da qui? Come possiamo viaggiare verso un futuro collettivo e robusto? Come possiamo creare nuove storie e nuovi sistemi che consentano a tutta l’umanità di prosperare?

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Beatrix, per tutti Bea, ha quasi nove anni e insieme alla sua amica Claire ha appena rimesso in acqua la vecchia zattera del nonno. Le ragazze sono cresciute sulle rive del fiume Longriver sotto la guida sicura del vecchio McKenzie, il nonno di Bea.  Ma da quando non c’è più si sono un po’ allontanate. Fino a quando Bea decide di riparare la zattera e propone a Claire una gita sul fiume. Zaini in spalla, sacchi a pelo e alcune provviste sgraffignate nelle dispense di casa, in una fredda giornata d’inverno finalmente si parte! Bea e Claire si alternano al timone, ma il Longriver è un fiume insidioso e dopo un’ora di navigazione la zattera finisce in un vortice e un remo si rompe. Sembra essere la fine del viaggio e invece è solo l’inizio di una meravigliosa avventura. A prestar loro soccorso, poco lontano trovano Nuna, una donna misteriosa, da molti considerata una specie di strega, che dalla morte del marito, vive sola sul fiume, in una pittoresca casetta galleggiante. Ecco che l’incidente si trasforma allora in qualcosa di speciale, che culmina con un indimenticabile picnic notturno. Quando il vento e l’acqua si “fondono insieme in un’unica armonia”, e arriva “una brezza che profuma di libertà, di amicizia e di crescita”, l’imprevisto diventa l’occasione per rinsaldare una vecchia amicizia e trovarne una nuova, speciale.

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Astor, il nuovo personaggio di Ulf Stark è uno di quei ragazzini a volte timidi, introversi o esclusi dal gruppo, che per far ridere e guadagnarsi l’approvazione dei compagni, si atteggiano in maniera ridicola: imita alla perfezione il suono della campanella, fa scorregge a comando, sa muovere le orecchie, camminare sulle mani… Inoltre, ne combina sempre una e i suoi genitori sono molto preoccupati per il suo avvenire. Astor però, un’idea per il futuro ce l’avrebbe: desidera diventare una star. Ma come farà a realizzarla, convinto di valere poco e di essere bruttissimo, con quei dentoni e la faccia lentigginosa? L’unico a credere in lui è Ruben, il suo migliore amico, narratore in prima persona di tutte le peripezie che trascineranno i due ragazzini verso il successo finale.

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Lisa è sfortunata: quando mancano solo due giorni dall’importante gara finale di pattinaggio, che le consentirebbe di passare di categoria, si è rotta un braccio e le tocca stare qualche giorno buona e ferma a casa da un’amica di sua mamma che neppure conosce.

Non immagina però di dover partecipare a un’incredibile indagine per sventare le malefatte di qualcuno che agisce indisturbato nel palazzo dove si trasferisce. A trascinarla nella strampalata avventura c’è Olmo, un infervorato buffo ragazzino della sua stessa età, figlio dell’amica della mamma, che si è accorto che da qualche giorno nel palazzo, capitano alcune stranezze: alla Contessa muoiono le piante; Rigoletto il micro-cane di Luca sta male; il signor Coperchi è triste e non racconta più barzellette; Adam e Amir hanno smesso di giocare al pallone; Amina, la loro sorellina di tre anni, è scomparsa da giorni; La bicicletta di Anna è sparita; gli studenti del quarto piano esclamano “È stato lui!” e “Dobbiamo denunciarlo!”…  Che grande confusione! Che sta succedendo nel  palazzo?

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Con Il segreto di Rosie (The Sign on Rosie’s Door) Sendak torna all’origine della sua passione per l’illustrazione. Ventenne, introverso e spesso malato e con un futuro incerto davanti a sé, Maurice nell’estate del 1948 trascorse ore a riempire quaderni di schizzi, osservando dalla finestra le scorribande di una bambina con il suo gruppo di amici e lasciandosi incantare dalla sconfinata creatività di quei giochi sui marciapiedi di Brooklin. Ad impressionarlo fu soprattutto l’incredibile abilità di Rosie nell’immaginare di essere chiunque volesse e di riuscire ad imporre le proprie fantasie ai suoi amici meno creativi. Proprio come Sendak racconta in questo libro.

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