Libri ticinesi – case editrici

“Un tempo Micòl suonava il violino, ma dall’ultima volta che ha tenuto tra le mani il suo strumento sono passati ormai troppi anni. In paese solo l’Apollonia-del-lavatoio sa perché Micòl ha smesso di suonare”.

La donna racconta che Micòl amava tanto la musica e in breve tempo era diventata molto brava e aveva iniziato a suonare in teatri famosi di diverse città come a Parigi o a Londra e persino a New York. Proprio lì aveva incontrato l’OMINO IN FRAC, un piccolo grande musicista che suonava l’oboe. I due erano presto diventati grandi amici e suonavano sempre insieme.

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Una mattina un papà si sveglia e scopre di aver perso un orecchio. I suoi bimbi ritroveranno l’orecchio birbante in cima a una montagna, dove abita un gigante con la barba lunga fino alla luna.

TUTTO e NIENTE (che scrivo in carattere maiuscolo come fa l’autrice): che significato hanno queste parole per un bambino? TUTTO è prima di TUTTO l’amore del papà e della mamma.

Ma è anche una giornata all’aria aperta per godere quanto offre la natura. In fondo basta un NIENTE, solo un po’ di fantasia. Ecco, la fantasia può essere un TUTTO. Perché con la fantasia si può trasformare qualsiasi cosa. Come raccontano la piccola TUTTO e il suo nuovo amico, il piccolo NIENTE, che con dei legnetti e una foglia hanno potuto fare un incredibile volo in aeroplano.

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Come un calendario dell’Avvento, il racconto è diviso in 24 capitoli, uno per ogni giorno di dicembre e per ogni personaggio.

È la vigilia di Natale, tutti gli animali del bosco si preparano a raggiungere la pineta, portando con sé i propri doni per la grande festa. Cinghiale ha scelto le migliori castagne, Pipistrello preciso preciso ha preparato 100 bacche, la famiglia Topolini sta caricando la slitta di una montagna di pezzettini di formaggio. Mamma Riccio porta mele candite, Marmotta trapunte coloratissime che lei stessa ha intrecciato nel corso dell’estate. Dalla casa di Picchio arriva un delizioso profumo di omini di zenzero, la sua specialità.

Sono in viaggio anche Cervo, Ranocchia, Talpa, Ragnetto, Lupo e Ghiro, incaricato ufficiale della lettura del racconto di Natale. Ospite d’onore sarà ancora lo Gnomo del Bosco, che da 85 anni con la sua magica stella dà inizio ai festeggiamenti…

Parte del ricavato della vendita dell’albo sarà devoluto a tre Associazioni attive in Ticino a sostegno di bambini che necessitano di cure pediatriche particolari.

Estate. I giochi spensierati di Niro, Nina e Nico vengono bruscamente interrotti da un temporale. Alla ricerca di un rifugio, i tre fratellini si infilano in un buco nel terreno, dove già due topolini si sono rannicchiati, in fuga dalla pioggia e dai tuoni. 

Anche un coniglio ormai fradicio cerca protezione nella grotta, facciamolo entrare! Stretti stretti, tremanti per i tuoni, tutti insieme attendono la fine del temporale. Che è stato spaventoso, ma ha portato nuovi amici, “amici di temporale!” 

Il secondo dei quattro albi pubblicati da marameo per la serie dedicata alle stagioni del celebre illustratore Kazuo Iwamura, pubblicata in Giappone dal 1988. Grandi, quadrati, dalle immagini delicate e dai testi immediati. 

Consiglio di lettura a cura di Brunella Sartori

Leggi la recensione a cura di Antonella Castelli

Primavera. Tre fratellini, gli scoiattolini Niro, Nina e Nico saltellano sui rami tra foglie nuove e fiori profumati, quando scoprono un uccellino che piange. Avrà sicuramente fame, ma cosa offrirgli? Non pigne, né fiori di ciliegio e neppure fragole selvatiche, funghi, noci – i loro cibi preferiti – che l’uccellino rifiuta disgustato.

Che fare? Fortunatamente ci pensa Mamma uccello, che arriva con un bruco nel becco. “L’uccellino ha spalancato il becco e la mamma…” racconteranno Niro, Nina e Nico a mamma e papà scoiattolo, seduti a tavola all’ora di pranzo. 

Il primo dei quattro albi pubblicati da marameo per la serie dedicata alle stagioni del celebre illustratore Kazuo Iwamura, pubblicata in Giappone dal 1988. Grandi, quadrati, dalle immagini delicate e dai testi immediati. 

Consiglio di lettura a cura di Brunella Sartori

Leggi la recensione a cura di Antonella Castelli

Ingrid, una ragazzina che vive ai margini del bosco, è al lavoro per preparare i suoi tradizionali tortini da distribuire agli amici alla Festa dell’Albero. Berretta, maglione, calzini (spaiati, ma non importa) e stivali pesanti, si avvia verso la radura, il carretto pieno di tortini profumati.

Nel bosco si aggira solitario e affamato il terribile Kutk. Attratto dal profumo dei dolci, con un balzo raggiunge il carretto, chiude Ingrid in un sacco e divora i tortini. E a pancia piena si addormenta come un sasso. Per niente intimorita, Ingrid (uscita dal sacco) attende furibonda il risveglio di Kutk: senza i tortini la festa sarà un disastro e Natale non sarà un vero Natale, era proprio necessario mangiare tutti i dolci?

Kutk, mortificato, si offre di rifare i tortini. Ma da Ingrid la dispensa è vuota, niente burro, niente zucchero, farina, nocciole, uvetta, niente di niente. Kutk chiede aiuto agli abitanti del bosco, invero un po’ diffidenti. Sembra pentito, ma c’è da fidarsi? Bisogna discuterne e prendere una decisione.

Profumo di dolci, di buoni sentimenti. Una festa di Natale memorabile. Un nuovo bellissimo albo nelle edizioni marameo.

Ci allontaniamo da un primo piano che mostra una bottiglia di plastica e pochi altri oggetti immersi nell’acqua, per osservare nella pagina seguente in una veduta un po’ più ampia, un remo in movimento in un’acqua ingombra di oggetti non ben definiti. Ma occorre girare un’altra pagina e arretrare ancora un po’ per scorgere l’orizzonte di un mare grigio e una piccolissima zattera traballante. A bordo ci sono due sorelle, Sunan e Kay. E questa è la loro storia. 

Una storia che inizia in modo triste, in un mare ridotto a un’enorme discarica senza vita, dove affiorano solo isole di plastica. Su una di esse le due sorelle hanno costruito il loro rifugio. Per sopravvivere, ogni giorno frugano nell’immondizia alla ricerca di oggetti di valore da barattare con i pochi mercanti di passaggio. Un giorno Kay scambia un prezioso orologio appena ripescato dal fondale, con l’ultimo pesciolino rimasto nel mare. Kay lo affida alla sorella maggiore, ma Sunan dimentica di cambiargli l’acqua e il pesciolino muore.

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La Crausaz abbandona quella precisione grafica per il particolare quasi “scientifico” teso ad avvicinare il bambino alla complessità della natura, per avvicinarvisi quasi con abbandono, in maniera più ampia e senza limiti, come ci mostrano le sfumate pennellate dei colori a tempera che qui riempiono per intero ogni pagina. Raffinato “imagier” (Imagier des sens è il titolo originale), l’albo è un susseguirsi di immagini raffinatissime. Ecco i quattro elementi della natura, che in sequenza risvegliano i nostri cinque sensi: vista, olfatto, gusto, tatto e udito.  

La natura evoca sogni, sensazioni, illusioni: pensiamo all’aria, che “s’intrufola tra le erbe del prato”, all’acqua quando “s’immerge un ramoscello di menta nell’acqua calda”, o alla terra, se cammini a piedi nudi nella sabbia, oppure al fuoco, se pensi a un vulcano che si sveglia. Sono solo alcuni momenti, esempi di emozioni che fanno parte del quotidiano. 

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Dopo Che frutto è ?, l’autrice e illustratrice svizzera invita i lettori alla scoperta degli ortaggi.

Ho la pelle coperta di macchioline e la polpa si mangia cotta. Se il giardiniere si dimentica di me, cresco, cresco, cresco. Chi sono?

Cercando la risposta a un indovinello, la signora Formica e Formichina si arrampicano sugli ortaggi e li esplorano passando dai buchini della buccia e della polpa, che sono anche i buchini delle pagine. Per ogni verdura un breve testo dialogato, un primo piano della buccia, la sezione interna della polpa e infine l’ortaggio con i fiori, le foglie e la pianta, sulla doppia pagina.

Sfilano così un rapanello, una carota, un pomodoro, una zucchina, una cipolla,… nelle loro splendide naturali imperfezioni (una foglia mangiucchiata, un vermetto nella polpa, una macchia sulla buccia).

Guidati dalle due esploratrici, i lettori scoprono di ogni ortaggio i colori e i disegni della polpa, ne contano i semini, ne ammirano le radici e i fiori, ne apprendono il nome.

Recensione a cura di Brunella Sartori

Due formichine accompagnano i bambini alla scoperta di tanti frutti ponendo altrettanti indovinelli. Un abile gioco di pagine bucate permette ai due insetti di muoversi tra le pagine da un frutto all’altro. Chi sarà il più veloce nel nominare i frutti misteriosi? Il finale a sorpresa invita tutti per una merenda gustosa e colorata. 

Iappi è uno scoiattolo curioso, indipendente e piuttosto disubbidiente. Invece di cercare bacche per l’inverno come i suoi fratelli, preferisce bighellonare e raccogliere i suoi tesori preferiti: un guscio di lumaca, la piuma di un uccellino, l’ala di una libellula, una pietruzza colorata. Finché un giorno, allontanatosi troppo dalla tana, arriva sopra un ghiaione instabile.

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La storia è ambientata a Prato, un piccolo villaggio della valle Lavizzara e prende spunto da alcune vicende storiche avvenute quattro secoli or sono, quando gli abitanti di Prato maturarono l’idea di agevolare l’accesso ai pascoli alpestri aprendo una nuova via attraverso l’impervia gola di Campala. Un’impresa ciclopica, compiuta con pochi attrezzi rudimentali, ma che permise di percorrere con le mandrie quell’arduo maledetto canalone. I vecchi del tempo dicevano “siete matti, le mucche non hanno le ali!”. Invece, grazie e quei sentieri scavati con immensa fatica nella roccia, le mucche poterono raggiungere sane e salve gli alpeggi… senza volare.

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Nel piccolo borgo di Bellinzona, in Svizzera, un inquietante personaggio trama nell’ombra. Ma nessuno dubita di lui e della sua rispettabile posizione. Ed è proprio in casi come questi che i ragazzi della « Banda dei Cedri » si ritrovano segretamente. Infatti, sono i soli ad aver capito che un pericolo serpeggia tra i castelli e le piazze della loro città. Il tempo è contato, e il mistero va risolto prima che i giochi si facciano troppo pericolosi. Un giallo per ragazzi con allegati aneddoti sulla città di Bellinzona e una Mappa, per seguire le orme della «Banda dei Cedri».

Tanto tempo fa, nei piccoli paesi di montagna, la vita non era facile. I contadini dovevano coltivare il mais per la polenta su pendii molto ripidi e scoscesi e spesso il raccolto bastava appena per sfamare la famiglia.  

Anche il piccolo Pietro si reca nei campi di mais per aiutare. Un giorno, improvvisamente, mentre è intento a raccogliere le pannocchie, una capra marrone con delle grosse corna gli dà un tremendo spintone e lo fa ruzzolare nella valle. 

“Il povero ragazzino si ritrovò tutto ammaccato e sporco. (…) Perché quella dispettosa lo aveva spinto?” Pietro però non si dà per vinto e continua a lavorare, ma anche nei giorni seguenti la capra dispettosa lo aspetta nascosta e lo fa ruzzolare di nuovo nella scarpata.  

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Amy e Fafo erano creatori di nuvole. Dalla cima delle due montagne che svettavano sopra il loro ridente paesello, grazie a degli strani marchingegni, producevano sbuffi di vapore acqueo, che sospinti dal vento, si trasformavano in nuvole multiformi e volavano in cielo.

Entrambi erano convinti di essere gli unici creatori di nuvole del paese, finché un giorno Amy si accorse che c’era qualcuno che aveva la sua stessa passione. Desiderava forse superarla per diventare più bravo di lei? Anche Fafo notò delle creazioni diverse dalle sue. “-Chi ha osato copiare la mia idea?- Fafo era arrabbiato, quella nuvola significava una cosa sola: qualcun altro voleva diventare più esperto di lui.” Intanto i bambini, nel fondovalle, ignari del contenzioso, continuavano a godersi lo spettacolo delle nuvole cangianti e a giocare con le loro figure.  

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Una storia in equilibrio sulle rocce di una valle del Ticino con un nome misterioso: la Val Mala. Gli ingredienti sono: amicizia e paura, natura selvaggia e civilizzazione, agilità e sopravvivenza. E c’è il camoscio Peter che ci racconta la sua vita.

Eventi, luoghi e protagonisti veri, ricamati con un filo di fantasia, per creare una storia che piacerà ai bambini e… non solo a loro! Il libro che ospita questa affascinante storia è completato da un opuscolo di 24 pagine che descrive le particolarità del camoscio e della regione dove si svolge la storia.