Edizioni svizzere per la Gioventù – ESG

Il testo, peraltro minimo, si presenta in quattro lingue distinte, evidenziate da altrettanti colori diversi: francese in blu, tedesco in rosso, italiano in verde e romancio puter in giallo.

Wurst è un bassotto fuori dal comune che vive in un condominio con il suo uccellino. Ma all’improvviso l’uccellino scompare.

Leggi di più

Il marronaio, in dialetto “marunatt”, è il venditore di caldarroste, una figura che ancor oggi s’incontra con frequenza nelle piazze cittadine, soprattutto in occasione di fiere, sagre e mercati. Solitamente mantengono un loro posto fisso, arrivano in ottobre e ripartono nel mese di marzo.

Come il protagonista di questo libretto ESG, dove si racconta lo scorrere della giornata di un marronaio orgoglioso del suo mestiere e amico del piccione Victor, anch’esso goloso di castagne.

Si tratta di un racconto in rima, scritto in stampatello.

Leggi di più

Le gocce di pioggia sul vetro della finestra scandiscono il ritmo di una giornata che a Cesare sembra lunga e noiosa. Il bambino si annoia, non può uscire a giocare con le sue vecchie macchinine di metallo, perché con la pioggia diventano ruggini, non sono come quelle nuove, di plastica colorata che hanno i suoi amici che, inoltre, lo prenderebbero in giro come al solito. Come se non bastasse, in casa non bisogna far rumore, altrimenti il signor Ratòn del piano di sotto, che non ama i bambini, inizia ad urlare le sue minacce.

Leggi di più

Il protagonista della storia è un bambino sempre in ritardo fin dal momento in cui si alza al mattino per andare a scuola e immancabilmente sente la mamma che grida “È tardi!”.

I suoi ritardi si accumulano col passare dei minuti, delle ore… Sembra davvero impossibile recuperare il tempo perso e allora che fare? Occorre inventare qualcosa! Al nostro ritardatario non manca la fantasia. Un giorno è stato un terribile coccodrillo a sbarrargli la strada di scuola; un’altra volta ha simulato uno svenimento (forse ha esagerato!)…

Leggi di più

Quicomelà, è il nome del piccolo paese dove abitano Sofia e pochi altri bambini. Viuzze e scale di pietra separano le case. C’è anche una piazza, dove si erge un faggio dalla folta chioma. Un tempo gli anziani si sedevano sulla panca sottostante per godere la sua ombra. Poi le cose sono cambiate: un primo passante ha pensato di depositare un sacco di bottiglie vuote alla base del tronco e un secondo, una pila di vecchi giornali. Gli abitanti di Quicomelà, in mancanza dei bidoni della spazzatura, si sono subito abituati a lasciare ogni genere di rifiuti sotto a quell’inatteso punto di raccolta, che in breve tempo è diventato un posto lurido e puzzolente.

Leggi di più

Sofia vorrebbe sapere perché e a che cosa serve quello strano mazzo di chiavi che suo padre porta sempre con sé, appeso alla cintura.

“Questo è il mazzo di chiavi che ti permette di fare il viaggio più bello di tutti”, le risponde il padre.

Si tratta senza dubbio di un viaggio in mondi che ognuno un giorno vorrebbe poter raggiungere, un mondo dove scoprire la bellezza della conoscenza, condividere i problemi con chi ci sta vicino, un mondo senza regole e senza brutti pensieri fatto per divertirsi, e un altro mondo ancora, dove c’è l’ingrediente più importante della vita, l’immaginazione. Ma il viaggio più bello di tutti, la bambina lo compie solo dopo aver aperto un’ultima porta con una chiave misteriosa, apparsa all’improvviso nel portachiavi nuovo di zecca, che il padre le ha appena regalato. A rivelarlo al lettore sono i divertenti disegni che occupano per intero le ultime quattro pagine. Dopo aver letto questa storia, ho pensato che sarebbe davvero bello se tutti i papà riuscissero a donare le chiavi giuste ai propri figli, quelle che aprono le porte a una vita fatta di libertà e spensieratezza. Ma intanto ricordiamoci che anche un piccolo libro, di tanto in tanto, può diventare una chiave.

Sara Sciuchetti Conti, mesolcinese, si è laureata all’Università di Friburgo in letteratura e filologia italiana e in storia antica e moderna; dal 2013 è docente presso la Scuola secondaria e di avviamento pratico nel Moesano. Giuseppe Ferrario, illustratore e fumettista, è stato finalista al Premio Strega Ragazzi 2021 con la fortunata serie di storie dedicate a “Thoni e i suoi cugini”, pubblicata da HarperCollins.

Recensione a cura ad Antonella Castelli

Una mamma e il suo bambino si divertono a guardare il cielo cosparso di tante nuvole di forme e dimensioni diverse. “Che sapore hanno le nuvole?”, chiede un giorno il figlio. “Forse bisognerebbe assaggiarle”, risponde la mamma. Ecco allora che insieme iniziano ad arrampicarsi verso il lontano blu. Basterà l’aiuto di una scala, di un’altalena, di un’enorme bolla di sapone? O forse con un paio di trampoli? Meglio avventurarsi sulle montagne russe o scalare il monte Everest? Dopo molta fatica, eccole finalmente a portata di mano le nuvole! E quindi?… Che sapore hanno le nuvole?

Un racconto lieve, accessibile anche ai più piccini, che stimola la fantasia e la discussione. L’autrice è una mamma che rincorre i sogni che il figlio le racconta al suo risveglio, affinché diventino racconti per tanti altri bambini. Testo in stampatello maiuscolo.

Recensione a cura di Antonella Castelli

La tenera amicizia tra la piccola Bianca e l’enorme quercia cresciuta vicino alla casa dei nonni in cima alla collina dei frutteti, sembra dover finire con l’arrivo dell’autunno. In compagnia del nonno, con dolcezza e attenzione, la bambina scopre invece che la natura è ricca di bellezze e meraviglie sempre nuove e che le stagioni si alternano per rinnovare il mondo. Una lettura che mescola illustrazioni dolcissime e brevi frasi in stampatello maiuscolo per trasmettere emozioni autentiche velate da un pizzico di meraviglia. Un libro che nella sua semplicità può spiegare anche ai piccoli la ricchezza della natura che in modo misterioso sempre rinasce. Perché ogni piccolo seme racchiude un tesoro prezioso: il segreto della vita.

Maria Gianola è un’affermata autrice/illustratrice per l’infanzia che lavora con i più importanti editori in Italia e all’estero. Testo in stampatello maiuscolo.

Recensione a cura di Antonella Castelli

“Mostro? Quale mostro?”, chiede Pina Pungina.

“Il grande mostro!”, esclama trafelata Mia, per poi nascondersi dietro al riccio.

“Devi difenderti!”, dice Pina.

“Ma come?”, chiede Mia perplessa.

La povera gattina è convinta che un mostro cattivo, nero e bianco, che ha i denti aguzzi e ulula la stia inseguendo. Ha molta paura. Il Riccio, la Tartaruga, il Tasso, lo Scoiattolo, il Coniglio e il Saltamartino le mostrano pazientemente come difendersi. Ma i loro consigli non sono adatti e non funzionano per Mia Mau. D’altronde, basta guardare le immagini per capirlo…! Già, perché Doris Lecher, una delle migliori autrici/illustratrici svizzere di fama internazionale, racconta quanto consigliano gli animali, ma lascia che sia il piccolo lettore a scoprire l’inutilità dei loro suggerimenti, tramite i disegni. Disegni che mostrano gli atteggiamenti e le pose assurde che dovrebbe assumere Mia Mau per dare retta ai suoi amici e che suscitano quell’ilarità tipica dei bambini tra i 4 e i 6 anni che amano soprattutto i paradossi e le incongruenze. Infine, quando la gattina incontrerà per davvero il temibile mostro, questo si rivelerà essere molto diverso da come la gattina se lo immaginava. Ma, ancora una volta, basta guardare l’immagine per capirlo…!

“Mia Mau e il mostro” è un bel racconto che si presta perfettamente a una lettura corale, come pure a diverse discussioni e divertenti congetture. Dal sito delle ESG si possono scaricare e ritagliare le figure degli animali del racconto.

Recensione a cura di Antonella Castelli

Nell’opuscolo si narra un’azione di lotta per la libertà contro la dittatura fascista vigente in Italia dal 1926 al 1943. Ne fu autore il giovane maestro di Aosta Giovanni Bassanesi che, come molti altri italiani, aveva abbandonato il suo Paese pensando che fosse più facile lottare dall’estero. A Parigi Bassanesi conobbe altri fuoriusciti come Carlo Rosselli e Alberto Tarchiani, fondatori del Movimento antifascista Giustizia e Libertà ed ebbe l’idea di lanciare da un aereo una pioggia di manifestini su Milano. Bassanesi scelse come base di partenza il Ticino: l’aereo decollò da Lodrino, ma a causa di una fitta nebbia si schiantò sulla cima del San Gottardo. Bassanesi si salvò. Morì poco più tardi, nel 1947, a soli 42 anni, nel manicomio criminale di Montelupo vicino a Firenze. 

Gli autori di questo racconto a fumetti immaginano e rievocano liberamente la storia vera di un moto sovversivo ideato da un rivoluzionario che credeva fermamente nel valore della libertà. 

La narrazione prende avvio in una scuola, dove troviamo Giovanna, una studentessa in procinto di presentare alla classe la sua ricerca che riguarda la vita di Bassanesi. Nel contempo Giovanna è assai impegnata in un movimento ambientalista. I due discorsi (storico ed ecologico), apparentemente così distanti, vanno avanti di pari passo, animati dagli stessi ideali: quando si è di fronte a un’ingiustizia non bisogna mai far finta di nulla.

Recensione a cura di Antonella Castelli